Muay Thai/Boran
Le origini della Muay Thai si perdono nei secoli ma ciò che tutte le fonti sostengono è che la Muay Thai ebbe origine nell’antico Regno del Siam (ora la moderna Thailandia) come sistema di combattimento in battaglia….più mortale delle armi che era andata a sostituire. In Thailandia è lo “sport” dei Re….l’arte dei Re.
In origine era il Muay. Successivamente il Muay venne definita come Muay Thai o Thai Boxe. Si parla quindi di Muay Boran quando ci si riferisce alla parte antica, ancestrale e più marziale di questa Arte e di Muay Thai quando ci si riferiamo alla parte sportiva che i più conoscono.
A differenza però dei cambiamenti storici e della sua naturale evoluzione, la Muay Thai non ha mai perso il suo carattere esotico e sempre misterioso. La Muay Thai è tutt’ora l’arte da combattimento…del combattimento da battere!
Il combattimento comunque non è il suo solo aspetto distintivo ma vi è anche, e soprattutto, una profonda radice spirituale e culturale che va oltre le apparenze. Praticare la Muay Thai significa anche saper comprendere e onorare ciò che la cultura thailandese ci ha trasmesso nei secoli, studiare la lingua e terminologia thai. Salire sul ring acquista un significato particolare per ogni atleta che abbia raggiunto quella maturità e consapevolezza non solo sportiva, ma anche spirituale. Mongkon, Kruang Ruang e Wai Kru non sono semplice terminologia di uso comune ma racchiudono storia e profondi significati.
Attraverso la dura pratica della Muay Thai si possono apprendere valori molto importanti, si impara il rispetto verso i compagni, gli insegnanti e gli avversari….si comprende il valore della fatica e come sia gratificante faticare per ottenere dei risultati. E’ una filosofia che non deve restare confinata alla palestra ma applicate nella vita di tutti i giorni. Praticare un’Arte Marziale non significa solo fare sport. Il rispetto per la spiritualità, per i gradi (esistono 12 gradi), per il Maestro e per la cultura devono sempre essere i capisaldi dell’agire del vero boxer. I capisaldi della Muay Thai.
K1
La kick boxing stile K1 è uno sport da combattimento ideato in Giappone da Kazuyoshi Ishii nel 1993 basandosi sulle tecniche di calcio della Kickboxing giapponese, del pugilato e di ginocchio purchè siano tirate o per un massimo di 5 secondi (tempo massimo di clinch consentito nel sotto regolamento di K1 chiamato fight code) o singolarmente (ma senza afferrare l’avversario per colpire).
Quindi si può definire come una kick boxing dove è concesso l'utilizzo delle ginocchiate.
Il clinch o lotta (o chap ko in lingua thai) non è consentito se non per un brevissimo lasso di tempo ed eslusivamente per tirare le ginocchiate, non per proiettare o sbilanciare.
Le prese dei calci non sono consentite se non nel regolamento fight code dove deve essere "giusto un istante" e non come nella thai dove si può afferrare e colpire quanto si vuole.
Le gomitate, a differenza della muay thai, sono vietate.
L’idea originale era quella di far incontrare e combattere atleti provenienti dalle più disparate arti marziali e sport da combattimento come il Taekwando, la Mauy thai, il Full contact, la kick boxing….
La kick boxing k1 (o k1 style) è diventata molto famosa per le sue competizioni finali una volta l’anno in Giappone e per i suoi eventi di promozione in varie parti del mondo.
Krabi Krabong
Krabi Krabong significa sostanzialmente “combattimento con armi corte e lunghe”. E’ l’arte marziale specificamente dedicata alle armi bianche. Antica di millenni e spietatamente lesiva, consentì al popolo Thai di prendere possesso del Golfo del Siam e mantenerne il controllo territoriale, respingendo sistematicamente i vari tentativi di invasione da parte delle nazioni confinanti.
Il Krabi Krabong utilizza tutte le armi da battaglia e da duello. Da quelle più classiche come le sciabole impugnate in coppia, alle moderne sciabole flessibili nate in tempi recenti per l’adeguamento alla scherma sportiva. In ambito di combattimento tradizionale l’addestramento consiste nel memorizzare ed eseguire con precisione e velocità una serie di moduli di attacco e risposta detti “khrom”. Utilizzando questi moduli si creano delle concatenazioni con le quali è possibile costruire una serie ininterrotta di scambi liberi. Ciò consente al praticante di prendere un elevato grado di dimestichezza con il combattimento reale senza rischiare incidenti o lesioni. Il Krabi Krabong è strutturato in schemi geometrici ben definiti. Deflessioni, parate, fendenti e stoccate sono contemplati per far fronte ad ogni variabile di ingaggio. Una volta appreso questo codice di spostamenti e manovre di attacco e difesa, lo si potrà applicare ad ogni tipo di arma, che si tratti di una coppia di sciabole, di un bastone o una spada accoppiata ad uno scudo.